Nissa Rugby ed integrazione, progetto con l’associazione Don Bosco 2000. Vincenzo Giorgio: “Creare rete nel territorio nisseno”

Non solo sport. La Nissa Rugby da sempre coltiva valori che vanno oltre la palla ovale: progetti didattici e sociali, con destinatari differenti ma sempre a favore del territorio.

In questa stagione che segna anche il ritorno in serie C della prima squadra seniores maschile, nell’organico sono stati inseriti dei ragazzi migranti per favorire l’integrazione e sensibilizzare su questo argomento.

La storia di Tchomtchoua Pollein Landry, camerunense di 24 anni, ormai da circa due mesi ‘effettivo’ della rosa della società di Caltanissetta.

Il percorso di questa “mirabile strada”, ci viene illustrato da Vincenzo Giorgio, dell’associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina: “Coniugare integrazione e sport, come iniziativa per dare un’opportunità ai ragazzi, creando rete. Conosciamo la Nissa Rugby grazie ad uno dei nostri ragazzi, Paul Kengne, ospite nel centro di Santa Caterina Villarmosa che aveva incontrato Andrea Lo Celso. Dalla volontà del giovane di praticare il rugby, abbiamo poi preso contatto con la società che ha mostrato grande sensibilità: è stato poi semplice avviare questo edificante percorso. La nostra volontà è di creare rete nel territorio nisseno in modo da favorire l’attività di integrazione anche sportiva; lo sport ha un grande valore relazionale e sociale, per poi eventualmente inserire altri ragazzi qualora manifestassero la volontà di partecipare al rugby”.

(Foto, da sinistra: Giuseppe Lo Celso, Andrea Lo Celso, Tchomtchoua Pollein Landry, Vincenzo Giorgio e Walida El Abioui)

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