Svolgere il Servizio Civile nella Nissa Rugby, coinvolgente novità. Il racconto dei protagonisti

In casa Nissa Rugby quest’anno si registra una grande ed importante novità. Ormai da qualche settimana infatti il club nisseno della palla ovale ha fatto il suo esordio nel “campo” del Servizio Civile Universale. Grazie alla F.I.R. e ad OPES Italia, ente di promozione sportiva riconosciuto da CONI e CIP, la Nissa Rugby è diventata sede per l’attuazione dei progetti di SCU coordinati a livello nazionale proprio da OPES Italia.

Tra i componenti dello staff della Nissa Rugby ad aver assunto l’incarico di operatori locali di progetto (OLP) per la realizzazione dei progetti sono Fabrizio Blandi e Sonia Orlando, i quali nel corso dei dodici mesi previsti dal SCU verranno coadiuvati dai volontari Gaia Lo Celso, Cristian Severino, Maria Pia Lo Celso e Marco Collodoro.

Fabrizio Blandi ci ha raccontato il contenuto dei tre progetti che verranno attuati: “Abbiamo un progetto, Rugby oltre le sbarre, nel corso del quale i ragazzi ospiti dell’IPM di Caltanissetta faranno attività sportiva, formativa e di tirocinio. Gli altri due progetti, Sport su misura e Ovale oltre, saranno invece dedicati alla promozione dello sport sul territorio con un particolare accento sull’inclusione dei soggetti più fragili e di quelli emarginati che non hanno accesso facilmente all’attività sportiva”.

In riferimento ai volontari che stanno già prestando servizio presso la Nissa Rugby Fabrizio non ha dubbi: “Durante quest’anno vorrei che affinassero le qualità umane, la capacità di gestire i gruppi e i rapporti interpersonali, così come le competenze specifiche legate al nostro club per cui sia l’attività di promozione che la parte tecnica. È fondamentale che accumulino esperienza e competenze anche per quanto riguarda il back office di una squadra di rugby”.

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda Sonia, la quale si è così espressa: “Vorrei che imparassero ad essere molto più autonomi, ad affrontare qualunque difficoltà in maniera molto più semplice, che acquisissero nuove conoscenze non solo sul rugby e sul nostro club e che ci sia uno scambio reciproco e costante tra OLP e volontari, in modo che le esperienze di ognuno di noi possano essere motivo di crescita personale”.

Da parte dei quattro volontari, Marco, Cristian, Gaia e Maria Pia, è molto forte e presente il desiderio di dare il proprio contributo al servizio della comunità, di acquisire nuove conoscenze utili per il loro futuro e di sfruttare questa opportunità per crescere a livello personale, tutti elementi fondamentali che li hanno spinti a scegliere di vivere questa esperienza.

Tra di loro Marco ne ha approfittato per condividere un suo sogno nel cassetto: “La mia ambizione è quella di diventare un giorno un giornalista sportivo e chissà che, magari, vivere quotidianamente le dinamiche pratiche e tecniche di uno sport come il rugby non possa aiutarmi a sviluppare competenze specifiche utili a realizzare il mio sogno”.

C’è poi Cristian, cresciuto nel club e da qualche anno giocatore della prima squadra, il quale ci ha raccontato: “Sono contento di aver avuto la possibilità di fare il servizio civile nel club che mi ha formato. Per la realizzazione del mio progetto penso di poter sfruttare alcune mie doti come l’altruismo e l’empatia”.

Gaia ha tenuto a sottolineare il motivo che più di ogni altro l’ha spinta a diventare volontaria: “Ho scelto di fare il servizio civile perché volevo mettere me stessa alla prova con un’attività così intensamente formativa come il volontariato”.

Invece Maria Pia, nel raccontarsi, ha condiviso una sua passione: “Amo moltissimo avere a che fare con i bambini, per questo motivo sono molto contenta di collaborare, tra le tante attività, anche all’avviamento al rugby dei più piccoli”.

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