“Approfondimento” con Sonia Orlando, tecnico Mini-rugby e componente della redazione: “La palla ovale, crescita e socializzazione. La felicità è vedere il sorriso sul volto dei ragazzi”

Lo staff tecnico, dal forte dna nisseno, è la spina dorsale dell’attività della DLF Nissa Rugby. Molti che vantano una lunga militanza nella formazione presieduta da Giuseppe Lo Celso, hanno poi ‘naturalmente’ seguito la strada della formazione e della successiva, trasformazione in allenatore. Excursus che racconta, in maniera calzante, il percorso di Sonia Orlando, 31 anni, che è anche valido membro della redazione, area social, che si occupa della comunicazione del club nisseno della palla ovale.

Conosciamo meglio Sonia. Cosa rappresenta per te il rugby? “Il rugby rappresenta la mia ‘ora d’aria’, un momento tutto per me; Dove riesco a spegnere la mente dai problemi responsabilità e ansia”.

Come è nato l’amore per il rugby? “Una delle domande più difficili. Come fai a spiegarlo? Se vieni in campo e lo provi, lo riesci a capire. Come la maggior parte dei appassionati è nato per caso. Mi è stato chiesto di andare a provare questo gioco con la palla ovale e da lì me ne sono innamorata”.

Il classico scoglio che deve superare chi passa da un ruolo all’altro: differenze tra essere atleta ed allenatore? “Da atleta ti senti più leggero, vai in campo fai determinati esercizi e fine allenamento fai una partitella con i tuoi compagni. Il momento più bello è quando vieni convocato per giocare e lì puoi mettere in pratica tutto quello che hai fatto durante gli allenamenti. Anche se ho giocato poco e per pochi minuti per tante ragioni è stata una bella esperienza”.

Allenatore? Un mondo a parte. Ti trovi a casa a preparare le schede tecniche e sistemare tutto il lavoro per la settimana, quale materiale usare o esercizio fare prima e quale feedback vuoi ricevere; ma alla fine quello che ti interessa davvero è vedere i sorrisi e la felicità nei volti dei tuoi ragazzi. Puoi fare 3000 corsi, 1000 attestati ma alla fine l’elemento più importante è il tuo mood positivo perché vuoi non vuoi lo trasmetti ai tuoi ragazzi.

Inevitabile il confronto con l’attualità ed il recente, complicato passato: le difficoltà di allenare in questo periodo pandemico? “Allenando una squadra U5, le difficoltà che ho incontrato sono la mancanza di contatto (un abbraccio, una carezza o un sorriso in più) e la costanza (per via delle positività in classe o malori stagionali)”.

Obiettivo stagionale? “Far divertire più bimbi possibili e lasciare una buona impronta. Perché al di fuori del rugby, fare sport è un momento di gioco e di socializzazione”.

Cosa rappresenta per te la DLF Nissa Rugby? “Nissa rugby = crescita. Sono entrata come atleta che non riusciva a fare nemmeno un giro in campo e ora mi ritrovo a essere tecnico (allenando una piccola squadra U5) e redazione”.

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