Nissa Rugby, “Oltre la meta” all’IPM Caltanissetta: i ragazzi a ‘scuola’ di futsal. Michele D. Polizzi: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”
“Ho ricevuto molto di più di quanto abbia dato, esco arricchito e cambiato da questa esperienza per me insolita, ma senza dubbio incisiva. Lo sport è metafora di vita. Mandela disse, lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione”.
Non lesina parole, Michele D. Polizzi, al termine del segmento dedicato al futsal ed allo sport in genere che si è svolto per 18 mesi all’IPM del capoluogo nisseno nell’ambito del ben più ampio ed articolato progetto “Oltre la meta” con a capofila la Nissa Rugby che nella struttura detentiva del capoluogo ha anche ‘portato’ pesistica, Rugby a 15 ed a 7.
“Oltre la Meta” dell’IPM Caltanissetta e della Nissa Rugby nell’ambito di SPORT DI TUTTI – “Carceri”, è un’iniziativa promossa dal Ministero dello Sport, attraverso il Dipartimento per lo Sport in collaborazione con Sport e Salute S.p.A., la società dello Stato per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività previste dai protocolli d’intesa sottoscritti con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (“DAP”) e con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (“DGMC”).
Attività di propedeutica sportiva, in questo caso, con un chiaro riferimento al futsal più comunemente noto come calcio a 5, infatti Polizzi sottolinea: “Parlare di allenamento non rende l’idea, perché si va oltre, ci si adegua ad una realtà ed a dei ragazzi particolari. Dobbiamo fare i conti con il loro stato d’animo talvolta condizionato dalle vicende personali, giudiziarie, adolescenziali; un mare magnum in cui navigare non è agevole. Non possiamo essere didascalici o accademici, tentiamo di coniugare rudimenti del nostro amato futsal, con della sana spensieratezza. Un anomalo staccare la spina in una struttura dalla quale non si può uscire. Lo sport in questo è insuperabile, diventa quasi un mondo a sé”.
Un concentrato di ore pomeridiane, due per settimana, che creano un ‘pianeta’ all’interno di un ‘sistema solare’ con le sbarre. “Parlare, spiegare, spesso divagare o inventarsi insieme degli esercizi per non lasciare mai indietro il sorriso, quell’implacabile voglia di movimento e divertimento che è connaturata in ogni minorenne. Le regole, negli esercizi, anche nella semplice partitella, sono un messaggio indiretto ma estremamente performante. Anche uno sbaglio, un fallo che causa un rigore, può, anzi deve essere superato. Dobbiamo digerire i nostri errori e tentare di andare avanti: in fondo e ciò che accade nella vita quotidiana”.
Molti sono i valori sottesi allo sport: “L’uguaglianza, tutti sono uguali in un rettangolo da gioco; non importa da dove veniamo o cosa abbiamo fatto, siamo soltanto atleti. Tutti abbiamo le stesse possibilità. Tutti possiamo sognare. Tutti dobbiamo fare squadra, superare il nostro egoismo. Non tutte rose e fiori ma, la vita è anche questo. Grazie a Giuseppe ed Andrea Lo Celso per avermi coinvolto in questo straordinario progetto, grazie alla Nissa Rugby che opera in maniera incisiva nel sociale a Caltanissetta, grazie ad Andrea D’Amico, prezioso riferimento e dispensatore di consigli, grazie alla direttrice, la dottoressa Viviana Savarino ed al tutto il personale, per la collaborazione fattiva e per l’abnegazione con cui svolgono il loro lavoro. Ma il grazie più grande, corposo, sostanzioso lo devo ai ragazzi: già sarebbe tantissimo, aver ‘lasciato’ anche solo il 10% di ciò che mi hanno dato”.